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Rfi-Amodo: l’Atlante della mobilità dolce in Italia
Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e Alleanza per la Mobilità Dolce (Amodo) hanno siglato un protocollo d’intesa della durata di un anno per promuovere insieme alcuni eventi della “Primavera della Mobilità Dolce 2021” e realizzare un “Atlante della mobilità dolce in Italia”. Si tratta del primo accordo di questo genere tra una grande società di mobilità pubblica […]
Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e Alleanza per la Mobilità Dolce (Amodo) hanno siglato un protocollo d’intesa della durata di un anno per promuovere insieme alcuni eventi della “Primavera della Mobilità Dolce 2021” e realizzare un “Atlante della mobilità dolce in Italia”. Si tratta del primo accordo di questo genere tra una grande società di mobilità pubblica e un importante segmento del terzo settore. Un segmento che unisce storiche associazioni come il Touring Club Italiano ad associazioni dedicate a settori particolari della mobilità dolce (dalle Ferrovie Turistiche ai Cammini), al movimento di Cittàslow ideato da Carlo Petrini, fino alle più importanti associazioni ambientaliste italiane.
Il protocollo e il progetto di Atlante sono stati presentati da Anna Donati e Giulio Senes, per Amodo, e Sara Venturoni per Rfi, nell’ambito dell’incontro “Verso l’Atlante della Mobilità Dolce in Italia”, cui hanno partecipato Paolo Piacentini (Gabinetto del ministro Franceschini), Giuseppe Catalano (Struttura tecnica di missione Mims), Giuseppe Roma (Federturismo), Maria Elena Rossi (Enit), Luigi Cantamessa (Fondazione Fs Italiane), Stefano Mantella (Agenzia del Demanio) e Flavia Coccia (Isnart). Con un breve messaggio, è intervenuta anche la nuova amministratrice delegata di Rfi, Vera Fiorani, evidenziando il ruolo centrale delle infrastrutture ferroviarie e delle stazioni quali baricentro di un efficiente sistema di mobilità, sostenibile e dolce, funzionale allo sviluppo di un turismo di prossimità e di un rilancio, anche economico, dei territori.
Durante l’incontro sono stati illustrati i contenuti della banca dati di partenza, evidenziando da una parte la presenza di più di 3.000 stazioni ferroviarie attive (2.063 di Rfi e 972 di altri concessionari) come potenziali hub per la mobilità dolce e, dall’altra, l’estensione delle possibili destinazioni della mobilità dolce: 902 tra borghi, bandiere arancioni, Cittaslow e comuni virtuosi; 16 ferrovie turistiche (1.100 km) con 206 stazioni; 74 Cammini, per quasi 24.000 km, più gli 11.000 km dei tre sentieri europei e del sentiero Italia; circa 30.000 km di itinerari tra ciclovie e greenways (diversi ancora solo sulla carta); i 50 siti Patrimonio Culturale Unesco (per circa 4.000 km2) e le 871 aree protette (per circa 58.000 Km²). Sono state anche illustrate le prime elaborazioni effettuate al fine di evidenziare il ruolo delle stazioni come hub della mobilità dolce. Ad esempio, 234 stazioni sono in prossimità di un borgo, ben 744 sono vicine a un cammino (di queste, 89 servono tre o più cammini), 281 all’interno o in prossimità di un’area protetta. 120 stazioni sono in prossimità di borghi e cammini contemporaneamente, di queste 19 sono anche in un’area protetta o in sua prossimità.